Francesca e Davide, da Trieste a Dublino
Francesca De Nardi, triestina, da 5 anni vive a Dublino con il suo ragazzo, Davide Forti. Anche lui è nato a Trieste, anche se ha vissuto molti anni tra Pordenone e Belluno.
“Ci siamo conosciuti circa 6 anni e mezzo fa, duranti gli studi al Conservatorio Tartini di Trieste - racconta Francesca - io avevo appena cominciato il Triennio in Violino e lui il Biennio in Violoncello. Con il tempo è maturato il desiderio di fare un’esperienza di studio all’estero e ci siamo quindi iscritti entrambi al programma Erasmus. Tra le varie opzioni scelte, siamo stati accettati alla Royal Irish Academy of Music (RIAM) di Dublino, e siamo partiti un po’ alla cieca, senza conoscere nessuno, verso una destinazione completamente ignota, ma carichi di voglia di imparare, fare nuove esperienze e scoprire come funziona il mondo musicale all’estero”.
Da allora si sono stabiliti lì, avviando tante collaborazioni, insegnando musica e avviando il Sonas Duo.
"Dal punto di vista professionale l’Irlanda ci ha offerto tanto - sottolineano - abbiamo trovato una società dove la musica è considerata parte essenziale dell’educazione e della crescita di ogni essere umano, qui i bambini imparano a suonare almeno uno strumento (se non più di uno!) e le sale da concerto sono sempre piene. Entrambi ora insegniamo per Music Generation (un programma nazionale fondato da Bono degli U2, e poi finanziato dallo Stato, che si occupa di diffondere la musica in Irlanda) e per altre realtà quali l’università “Dundalk Institute of Technology”. All’interno dei progetti di Music Generation ci è stata affidata la direzione dell’orchestra di bambini e ragazzi, un’attività a cui siamo molto legati e che ci permette di trasmettere ai giovanissimi l’esperienza che abbiamo acquisito nel corso degli anni. Amiamo profondamente Dublno, ricca di vita e cultura, e in qualche modo così legata a Trieste grazie alle avventure di James Joyce! Non abbiamo dimenticato l’Italia, resterà sempre la nostra terra, ma ora sentiamo anche l’Irlanda un po’ nostra”.
Micol Brusaferro